I pianeti inferiori

Mercurio e Venere, presentano seri problemi all'osservazione telescopica. Mercurio è troppo piccolo e troppo lontano, Venere è sempre circondata da nubi che ne oscurano permanentemente la superficie. Dalla Terra, i due pianeti appaiono a est, come stelle del mattino, poco prima che il Sole si levi; e ricompaiono a ovest la sera, poco prima che il Sole tramonti. Venere è inconfondibile, perché brilla come un faro nel cielo che va diventando scuro; Mercurio è più discreto, e non si alza mai molto sopra l'orizzonte.

Il periodo migliore per osservarlo è quello della sua massima elongazione, quando raggiunge la superficie persino a proiettare dell'ombra. Venere brilla di una luce bianca pura, mentre Mercurio è leggermente rosato.

Come la Luna, anche Venere e Mercurio mostrano delle "fasi" ma, contrariamente a quella, questi due pianeti sembrano cambiare dimensione secondo il punto dell'orbita in cui si trovano. Ci sembrano più piccoli quando sono nella loro fase piena, cioè in congiunzione superiore; più grandi quando sono in congiunzione inferiore. In certi periodi, Mercurio sembra passare davanti al Sole: si dice allora che è in transito.

Venere in fase crescente              Il suolo di Mercurio

PROFILO DEI PIANETI

Mercurio, il più piccolo dei nove pianeti del nostro sistema, è anche il più vicino al Sole. Nella regione in cui il Sole resta quasi allo zenit per più giorni di seguito, a causa della rotazione molto lenta, la temperatura alla superficie può superare i 500 °C. La notte, al contrario, essa scende a -200 °C. L'orbita di Mercurio, come quella di Plutone, è notevolmente eccentrica: quando è al perielio il pianeta dista dal Sole solo 47 milioni di Km, mentre all'afelio ne dista ben 69 milioni. Per verificare il concetto che gli studiosi si erano fatti circa l'aspetto della superficie di Mercurio, è stato necessario attendere il 1974 e l'impatto sul pianeta della sonda "Mariner" 10. Questa superficie, come si supponeva, era molto simile a quella della Luna: desolata, cosparsa di crateri, presentava persino certe zone piatte che ricordavano i "mari" lunari. Anche la crosta, di composizione apparentemente simile a quella lunare, riflette i raggi solari nella medesima proporzione (7%). Gli strumenti hanno rivelato l'esistenza di un debole campo magnetico e, forse, di un'atmosfera d'elio. Circa l'atmosfera di Venere, invece, non vi sono dubbi che sia molto densa, tanto che la pressione atmosferica alla superficie è all'incirca cento volte maggiore di quella terrestre. Questa atmosfera è composta quasi interamente di anidride carbonica: contiene anche tracce di vapori d'acqua e le nubi sono composte di goccioline di acido solforico. Si suppone che l'atmosfera densissima di Venere lasci tuttavia penetrare i raggi solari che riscaldano la superficie la quale poi emette il calore trattenuto dall'atmosfera: il cosiddetto "effetto serra", che porta qui a temperature di 450 °C e più. Le sonde "Venere" 9 e 10 inviato sulla superficie del pianeta hanno trasmesso immagini di un suolo roccioso, fatto di basalti. Le osservazioni radar hanno rivelato una topografia che accrediterebbe l'ipotesi della presenza su Venere di enormi vulcani, dello stesso tipo della Nix Olympica di Marte.


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