19 neutrini in viaggio da 160.000 anni
L'astronomia dei neutrini raggiunse la maturità quando vari rivelatori disseminati in tutto il mondo registrarono una raffica di neutrini associati all'esplosione della Supernova 1987A. L'esplosione fu osservata sulla Terra in luce visibile il 23 febbraio 1987, ma la luce aveva impiegato 160.000 anni per giungere fino a noi dalla Grande Nube di Magellano.
Nell'esaminare le registrazioni dei vari esperimenti in corso in tutto il mondo, si constatò che un impulso di neutrini era pervenuto sulla Terra subito prima della luce della supernova. Le particelle furono identificate come neutrini emessi dalla stella morente, nel momento del collasso del suo nucleo, circa tre ore prima che l'energia sprigionata dal collasso stesso spazzasse via gli strati esterni della stella liberando l'intenso fulgore della luce visibile. Se le
registrazioni fossero state controllate in tempo reale, avrebbero potuto fornire un avvertimento: ben presto una supernova sarebbe diventata visibile. Peraltro l'informazione non sarebbe stata di grande utilità: in quanto non essendo i rivelatori direzionali, gli astronomi ottici non avrebbero saputo in quale direzione puntare i loro telescopi. In realtà, a causa dello scarso numero di eventi registrati e della necessità di compiere esperimenti di lunga durata per ottenere qualche risultato, i telescopi per neutrini venivano lasciati in funzione per vari giorni prima di analizzare le registrazioni; ma subito dopo la scoperta della supernova si modificò questo comportamento e da allora i dati raccolti vengono analizzati nella giornata immediatamente successiva.
Soltanto due rivelatori erano nella giusta fase del loro ciclo di operazione e abbastanza sensibili da poter captare i neutrini provenienti dalla supernova. II Kamiokande, a Kamioka in Giappone, registrò un gruppo di 11 eventi di neutrini distribuito su un intervallo di 13 secondi (la maggior parte dei quali arrivati però nel primo secondo del lampo di neutrini); Pinne (Irvine-Michigan-Brookhaven), un rivelatore simile nei pressi di Cleveland, Ohio (gestito dall'Università della California a Irvine, dall'Università del Michigan e dal Brookhaven National Laboratory), rilevò 8 eventi distribuiti su un intervallo di 6 secondi (si ricordi che il rivelatore di neutrini solari di Davis registrava solitamente un evento ogni due giorni).II fatto che i neutrini siano arrivati tutti nel lasso di pochi secondi fissa dei limiti alla massa dei neutrini. Se i neutrini avessero massa zero, come i fotoni, viaggerebbero tutti alla velocità della luce e arriverebbero insieme (supponendo che fossero partiti insieme), anche dopo un viaggio di 160.000 anni. Se invece i neutrini hanno una massa (come annunciato nel maggio del '98 dai ricercatori del Kamiokande, secondo i quali il neutrino avrebbe una massa milioni di volte inferiore a quella dell'elettrone) la loro velocità di propagazione dipenderebbe dalle loro energie individuali. Come una palla colpita con maggior forza si muove più velocemente in aria, così i neutrini che avessero avuto un impulso maggiore nell'esplosione della supernova si muoverebbero con maggiore velocità e arriverebbero prima alla meta. L'effetto sarebbe più pronunciato quanto maggiore fosse la massa dei neutrini; il fatto che all'inizio dell'esplosione della supernova vari neutrini giungessero a distanza di meno di un secondo l'uno dall'altro, dopo un viaggio di 160.000 anni, mostra che la massa di ogni neutrino dev'essere inferiore a 15
elettronvolt.
Questa circostanza ha significative implicazioni sul possibile contributo dei neutrini alla densità complessiva dell'universo ( box a pag. 296). Ovviamente queste osservazioni possono essere spiegate anche facendo l'ipotesi che i neutrini abbiano esattamente massa zero e che viaggino tutti esattamente con la velocità della luce, ma che siano partiti dalla supernova in tempi lievemente diversi. In ogni caso, sappiamo che non possono avere una massa maggiore di 15 eV. Gli astrofisici calcolano che, nell'esplosione di una supernova come quella osservata nella Grande Nube di Magellano il 23 febbraio 1987, quando il nucleo della stella collassa, vengano liberati circa 1058 neutrini, che si diffondono in un guscio sferico che si propaga verso l'esterno alla velocità della luce (o a una velocità molto prossima). Quando questo guscio sferico arrivò all'altezza della Terra (a questo punto aveva un diametro di più di 100 kiloparsec), era diventato così sottile che «solo» 300 bilioni (3 X 10") di
neutrini passarono per il rivelatore Kamiokande, e solo 11 di essi entrarono in collisione con gli elettroni del rivelatore lasciando una traccia osservabile. Più di 10 miliardi di neutrini provenienti dalla Supernova 1987A passarono in quell'occasione attraverso il corpo di ogni adulto sulla Terra, e molto probabilmente solo alcuni di quei neutrini interagirono con degli elettroni del liquido contenuto negli occhi di tali persone, producendo un breve lampo di luce. Dunque qualcuno di noi potrebbe aver «visto» direttamente un neutrino proveniente dalla supernova.
Dalla misurazione dei tempi di arrivo e delle energie di soli 19 neutrini è stato dunque possibile ottenere una quantità di informazioni sorprendente: così sorprendente che persino i fisici delle particelle sembrano confusi. Se questi sono i risultati che si possono ottenere con un flusso di neutrini così ridotto, non stupisce che gli scienziati del mondo intero fremano all'idea di poter studiare un'altra supernova, ora che sono entrati in azione altri rivelatori di neutrini, più sensibili. Dopo il febbraio 1987 il guscio di neutrini provenienti dalla supernova ha continuato a espandersi verso l'esterno; quelle particelle potranno forse essere captate da altre civiltà. Frattanto altri (e più sensibili) rivelatori sono pronti qui sulla Terra per scoprire la nuova raffica di neutrini, che potrebbe essere già in procinto di raggiungerci a una velocità molto prossima a quella della luce, dopo essere stata espulsa da un'esplosione di supernova forse già verificatasi ma la cui luce non ci ha ancora raggiunto.
Tratto da L'Universale Astronomia Le Garzantine
LINKS
www.cosediscienza.it/fisica/02_neutrino.htm
www.unita.it/index.asp?SEZIONE_COD=SCIENZA&TOPIC_TIPO=&TOPIC_ID=31164
wwwps.lnf.infn.it/particle/paitaliano/neutrinos.html
www.ecplanet.com/canale/astronomia-9/stelle-111/0/0/3465/it/ecplanet.rxdf
www.matematicamente.it/tesine/particelle/i_neutrini.htm
www.enel.it/magazine/boiler/arretrati/boiler68/html/articoli/Nature-Fisica.asp
http://scis.uai.it/cosmologia/neutrini.htm
http://it.wikipedia.org/wiki/Problema_dei_neutrini_solari